Concordati |
L’Italia è il paese dei concordati. Cominciò Lui, ricordate ?, che dalle parti del Laterano firmò il primo dei concordati : il quale per lungo tempo rimase famoso, al punto tale che ogni anno quel giorno si faceva vacanza nelle scuole. Ci riprovò poi, con minor gloria, l’Aspirante AltroLui. Ma era parecchi decenni dopo, e si sa, i “remake” non sono mai come gli originali. E poi gli Uomini della Provvidenza erano passati di moda. Al massimo, quello che andava cercando la nostra Repubblica erano uomini della Previdenza. Ma l’idea del concordato aveva nel frattempo fatto scuola. Certo, non tutti sono in grado di concordare qualcosa col Padreterno, anche perché, si sa, il proverbio dice che l’uomo - di solito - propone. A disporre ci pensa poi qualcun altro. Ecco allora che i ministri di questa repubblica sempre transeunte hanno pensato bene di sentirsi dei mussolini in sedicesimo e di proporre dei concordati, se non a Dio, almeno agli evasori fiscali. Il parallelo, lo ammetto, è un po’ offensivo per il Creatore dell’universo, ma in un Paese in cui non si può neppure circolare con un uovo di Pasqua sul sedile posteriore dell’auto (vero!!!) senza beccarsi una multa, ai nostri superburocrati Dio deve essere sembrato il prototipo dell’evasore fiscale. Chi ha mai visto il suo registro delle fatture ? E le scritture contabili ? Al massimo qualche sacra scrittura, ma, e i Numeri ? A dir la verità ce n’è un libro intero, ma di tutto parla fuorché di partita doppia. Non parliamo poi dell’ Iva ! C’è l’Eva, è vero, ma per il ministero del Tesoro non ha alcun valore fiscale. Ma, posto che il Padreterno evada il fisco, come si fa a prenderlo ? Il concordato, allora, meglio farlo con i baristi, che non saranno evasori totatli, e magari non saranno nemmeno evasori, ma intanto (pochi, maledetti e subito) pagano. E così, dopo Mussolini e Craxi, alla storia passerà come autore del terzo Concordato, anche Fantozzi. Che se non altro i soldi dalle casse dello Stato, invece di cacciarli fuori, come i due concordati originari, li ha cacciati dentro... Da Settegi, n. 17 / 1996 |