Inflazione

Una volta, d’inverno, scendeva la neve. Vi ricordate ?, si diceva “sotto la pioggia pene, sotto la neve, pane”.

Ora, invece d’inverno scende l’inflazione.

Scende piano piano, punto su punto, e ricopre le case, i campi, i mercati, i portafogli. Copre leggera le strade di città e i sentieri di campagna, rendendoli irriconoscibili nel suo magico manto. Anche gli adulti la guardano ammaliati, nella speranza che questa discesa rinvigorisca gli stipendi, renda più fertili i salari e più redditizie le coltivazioni.

Però l’inflazione continua a scendere, e il camminare si fa difficoltoso, la lira slitta, le persone fanno fatica a raggiungere i negozi e i mercati. I prezzi scendono, scendono : oltrepassano oramai il livello dei salari e degli stipendi, arrivano al primo piano delle case.

I bollettini meteorologici, allegramente, insistono : Buone notizie ! Ma la gente ha finito da tempo i soldi, ha dato fondo ai risparmi, e ora, chiusa nelle case, aspetta. Che cosa ? Quando ? Non sa.

Sui vetri appannati delle finestre l’inflazione in continua discesa appare bella, fiabesca. E forse per alcuni sarà così : quelli che ora, data la stagione propizia, sciolinano i conti correnti, ingrassano i capitali, oliano le partecipazioni. Li vedremo scivolare lievi, nei loro costumi multicolori, scodinzolando sull’ultimo modello di azioni appena presentate sul mercato, sollevando a ogni curva lievi sbuffi d’inflazione.

Che poi ricadrà su quelli che una volta erano campi coltivati, prati ricchi di foraggi, strade e sentieri che portavano a case e malghe, ora abbandonate e deserte.

da Settegi , n. 48 / 1996

 

Powered by FlyWeb using Joomla Designed by: Free Joomla Template, web hosting. Valid XHTML and CSS.